La pinza freno della four 750 di Paolo
Inviato: mar gen 15, 2008 9:23 am
Qualche foto di cosa si riesce a trovare dentro le pinze dei freni dopo tanti anni di onorato servizio e poche
sostituzioni del liquido
La pinza dopo la rimozione del pistone
Lo sporco (una pasta ad alto tenore d'acqua)
Della quale si veno i risultati sul pistone (ruggine)
Dopo queste foto sarebbe interessante leggere queste notizie
Fluido per freni, impropriamente chiamato olio in realtà è nella misura più diffusa
un liquido a base glicolica che offre il vantaggio di resistere ad ampi intervalli di
temperatura senza cambiare caratteristiche, di contro è un liquido fortemente
igroscopico cioè assorbe facilmente l’umidità portandola in soluzione variando
così le sue caratteristiche ( si abbassa sensibilmente il punto di ebollizione).
È per questa particolarità che tutti i costruttori di veicoli prevedono intervalli di
sostituzione per fluidi standard al massimo biennali e sempre più brevi
all’aumentare delle soglie di temperatura d’ebollizione . L’utilizzo del fluido dopo
l’apertura del contenitore che se di qualità deve avere il sigillo a tenuta stagna
deve essere effettuato entro i 6 mesi dalla rimozione del sigillo stagno
circuiti idraulici si basano su un principio fisico dei fluidi, l’incomprimibilità ma
questo non vale per le eventuali bolle di vapore che si potrebbero formare a seguito
del calore generato dall’attrito delle parti frenanti (pastiglie- ganasce) rendendo
inefficiente l’impianto
Assorbendo l’umidità si abbassa sensibilmente il punto di ebollizione espresso
dalla sigla DOT ed un fluido frenante si deve ritenere umido anche con percentuali
d’acqua molto basse (2-3%)
Per valutare la qualità del prodotto è importante considerare il punto di ebollizione
minimo a secco DBP (dry boiling point), ed il punto di ebollizione minimo in umido
WBP (wet boiling point) valore quasi sempre omesso nelle etichette e difficilmente
confutabile. Anche il tipo di contenitore ne caratterizza la qualità infatti per i motivi
sopra descritti nel caso di confezionamenti standard deve essere piccolo e con la
chiusura stagna.
Una considerazione importante va fatta per i prodotti siglati DOT 5 che sono fluidi
siliconici non igroscopici e quindi non in grado di assorbire l’umidità degradandosi
lentamente ma lasciandola separata e ancor più pericolosa per l’efficienza frenate,
per questo motivo vanno sostituiti ogni 6 mesi. E’ da evitare assolutamente la
miscelazione con tutti gli altri fluidi frenanti gligolici.
Questi che seguono per esempio sono i dati persi dalla scheda tecnica del
PENRITE BRAKE FLUID 500 DOT 3 - 4
Fluido freni di alta qualità a base glicolica a largo
campo di applicazione per impianti freno e frizione.
Supera i requisiti DOT 4. La speciale formulazione lo
rende compatibile con tutti i tipi di gomma presente
negli impianti frenanti, anche di vecchia concezione.
Non miscelare con fluidi DOT 5.
Temperatura DBP 263°C Temperatura WBP 163°C
Densità a 20°C 1.06 kg/l
Viscosità Cinematica:a 100°C 2,2 cSt a -40°C 1145 cSt
pH 7,5
Questa volta la cavia proviene dalla 750 Four di Paolo da Milano
sostituzioni del liquido
La pinza dopo la rimozione del pistone
Lo sporco (una pasta ad alto tenore d'acqua)
Della quale si veno i risultati sul pistone (ruggine)
Dopo queste foto sarebbe interessante leggere queste notizie
Fluido per freni, impropriamente chiamato olio in realtà è nella misura più diffusa
un liquido a base glicolica che offre il vantaggio di resistere ad ampi intervalli di
temperatura senza cambiare caratteristiche, di contro è un liquido fortemente
igroscopico cioè assorbe facilmente l’umidità portandola in soluzione variando
così le sue caratteristiche ( si abbassa sensibilmente il punto di ebollizione).
È per questa particolarità che tutti i costruttori di veicoli prevedono intervalli di
sostituzione per fluidi standard al massimo biennali e sempre più brevi
all’aumentare delle soglie di temperatura d’ebollizione . L’utilizzo del fluido dopo
l’apertura del contenitore che se di qualità deve avere il sigillo a tenuta stagna
deve essere effettuato entro i 6 mesi dalla rimozione del sigillo stagno
circuiti idraulici si basano su un principio fisico dei fluidi, l’incomprimibilità ma
questo non vale per le eventuali bolle di vapore che si potrebbero formare a seguito
del calore generato dall’attrito delle parti frenanti (pastiglie- ganasce) rendendo
inefficiente l’impianto
Assorbendo l’umidità si abbassa sensibilmente il punto di ebollizione espresso
dalla sigla DOT ed un fluido frenante si deve ritenere umido anche con percentuali
d’acqua molto basse (2-3%)
Per valutare la qualità del prodotto è importante considerare il punto di ebollizione
minimo a secco DBP (dry boiling point), ed il punto di ebollizione minimo in umido
WBP (wet boiling point) valore quasi sempre omesso nelle etichette e difficilmente
confutabile. Anche il tipo di contenitore ne caratterizza la qualità infatti per i motivi
sopra descritti nel caso di confezionamenti standard deve essere piccolo e con la
chiusura stagna.
Una considerazione importante va fatta per i prodotti siglati DOT 5 che sono fluidi
siliconici non igroscopici e quindi non in grado di assorbire l’umidità degradandosi
lentamente ma lasciandola separata e ancor più pericolosa per l’efficienza frenate,
per questo motivo vanno sostituiti ogni 6 mesi. E’ da evitare assolutamente la
miscelazione con tutti gli altri fluidi frenanti gligolici.
Questi che seguono per esempio sono i dati persi dalla scheda tecnica del
PENRITE BRAKE FLUID 500 DOT 3 - 4
Fluido freni di alta qualità a base glicolica a largo
campo di applicazione per impianti freno e frizione.
Supera i requisiti DOT 4. La speciale formulazione lo
rende compatibile con tutti i tipi di gomma presente
negli impianti frenanti, anche di vecchia concezione.
Non miscelare con fluidi DOT 5.
Temperatura DBP 263°C Temperatura WBP 163°C
Densità a 20°C 1.06 kg/l
Viscosità Cinematica:a 100°C 2,2 cSt a -40°C 1145 cSt
pH 7,5
Questa volta la cavia proviene dalla 750 Four di Paolo da Milano